Streghe stregate by Ibbotson Eva

Streghe stregate by Ibbotson Eva

autore:Ibbotson Eva
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: Letteratura per bambini
ISBN: 887782669X
editore: Salani
pubblicato: 2000-12-25T23:00:00+00:00


E poi vide Eckie stringere con le mani la caviglia del rapinatore e si rese conto di aver avuto accanto una potentissima strega. Una strega capace di trasformare le persone in animali. Ma in qualsiasi animale? Il signor Nicknock doveva scoprirlo.

Capitolo dodici

Eckie era preoccupata per il topo. E se nella banca avessero messo delle trappole per topi e l'avessero preso?

«O ucciso» disse disperata. «Provate a pensarci! Un animale fatto da me, morto stecchito! Non ho avuto il tempo di pensare, sapete, ma questa non è una scusa».

«Sono sicuro che non mettono trappole» disse Daniel. «Non ho mai visto trappole per topi in una banca».

«Starà come un re sotto il banco, mangerà le briciole dei panini del cassiere» disse Sumi.

Ma era difficile consolare Eckie. Dora sapeva farlo; avrebbe semplicemente detto a Eckie di chiudere il becco e di non fare la stupida, ma i bambini non potevano dirlo, ed Eckie continuava a camminare avanti e indietro dicendo che se qualcuno che lei aveva trasformato in animale avesse fatto una brutta fine lei non avrebbe mai più conosciuto un istante di felicità.

«Perché non portiamo il dragoverme a fare una passeggiata?» chiese Joe, che era abituato a occuparsi dei gorilla quando facevano i capricci.

«Così tu puoi andare in banca a chiedere delle trappole».

Eckie pensò che l'idea era buona: voleva comunque informarsi della ragazza che era stata ferita alla spalla. In quanto al dragoverme, gli bastava sentire la parola 'passeggiata' ed era già dentro al carrello scozzese per la spesa. Ci stava comodo come in una casa col tetto, ed era al colmo della felicità quando scorrazzava sferragliando e sobbalzando per le strade di Wellbridge.

Quando furono usciti, Eckie stava per togliersi la sua veste di ali di pipistrello per mettersi qualcosa di più adatto, ma non andò in banca, perché proprio in quel momento suonò il campanello.

Fuori della porta, con un mazzo di fiori in mano, c'era il signore alto e distinto che Eckie aveva visto in banca.

«Mi perdoni il disturbo» disse. «Mi chiamo Nicknock. Lionel Nicknock. Posso entrare?»

Il signor Nicknock indossava il suo cappotto scuro con il collo di pelliccia e la bombetta, ed emanava un forte profumo di un'acqua di colonia chiamata Maschio.

«Ma sì, la prego». Eckie era sopraffatta dall'emozione. «Stavo proprio per... cambiarmi».

«È deliziosa così com'è» disse il signor Nicknock con voce untuosa, e le porse i fiori che aveva rubato nel giardino di una vecchia signora cieca. «Sono venuto a congratularmi con lei. Ho visto, sa. Ho visto cos'ha fatto in banca». E poiché Eckie si accigliò: «Ma non si preoccupi, signorina... hem... Tenbury-Smith. Non tradirò il suo segreto».

Eckie gli offrì una tazza di tè. Ci mise tre bustine perché era la prima volta che si trovava a tu per tu con un signore tanto bello, ma il signor Nicknock disse che era proprio così che gli piaceva.

«Mi dica» proseguì, posando con distinzione la tazza sul ginocchio. «Sa trasformare le persone in ogni tipo di animali? O solo in bestioline come i topi?»

«Oh sì, praticamente in qualsiasi animale» disse Eckie con aria modesta.



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